Avete mai notato come i bambini deleghino la propria conoscenza del mondo ad un "particolare" tipo di esplorazione? Se no, guardate le simpatiche immagini a fianco (tratte dal libro "Guida di Posturologia Clinica, Ed. Tecniche Nuove, Milano, 2015 di Alessandria Marco e Piladieri Alina).
In effetti, dopo l'acquisita capacità di utilizzare le mani, la conoscenza del mondo non avviene tramite esse, ma attraverso un'esplorazione orale.
È un fatto che mi ha sempre incuriosito e che mi ha spinto verso una conoscenza più approfondita dei sistemi neurologici e della funzione del recettore occlusale.
In effetti, si è sempre fatto un gran parlare delle correlazioni che sussistono tra la bocca (ed i suoi annessi) e la postura, ed anche in questo ambito esistono le fazioni che sono a favore di una stretta correlazione e le fazioni che sostengono il contrario. La letteratura scientifica purtroppo non aiuta a risolvere la questione, perché i dati a disposizione sono molto discordanti: abbiamo autori che non hanno trovato alcun cambiamento significativo nella postura alla modificazione dei parametri occlusali (Ferrario et al., 1996; Micheotti et al., 2006; Perinetti 2006 – 2007; Tardieu et al., 2009; Perinetti et al. 2010; Baldini et al., 2013) e quelli che invece hanno segnalato variazioni interessanti (Lin et al., 1996; Monaco et al., 2004; D'Attilio et al., 2004; Bouquet et al., 2008; Lambau, 2011; Springate, 2012; Silvestrini-bivati et al., 2013).
Durante il mio percorso di dottorato di ricerca mi sono trovato a dover eseguire una revisione delle informazioni scientifiche sull'argomento e mi sono accorto che purtroppo, in alcuni casi, i presupposti clinici e conoscitivi su cui si basano le ricerche che non segnalano alcuna correlazione tra bocca e postura, sono purtroppo imprecisi e lacunosi.
Come primo aspetto, il fatto di studiare il funzionamento globale della postura limitandosi ai dati relativi alle oscillazioni del corpo fornite dalle pedane stabilometriche (per i non addetti ai lavori questi dati sono tutti correlati al CoP, Centro di Pressione) espone ad un approccio molto riduzionistico e deterministico che non può assolutamente essere applicato ai sistemi complessi (all'interno dei quali i modelli organizzativi della postura occupano un posto di rilievo, vedi "La teoria dei sistemi complessi" di Von Bertalanffy) perché, il CoP è solo una risultante di tutte le variabili in gioco, ma nulla ci dice sul dove e come avvenga la risposta del sistema alla perturbazione. Il secondo dato è che la postura è un sistema perpetuo, dinamico, evolutivo e non ripetibile, per cui tentare di studiarlo nella statica (cioè senza osservare cambiamenti funzionali sugli altri recettori) ritengo sia un grave vizio di forma.
Infatti, per i professionisti che vivono quotidianamente la posturologia inserendola sistematicamente nella valutazione dei propri pazienti, è chiaro che l'interpretazione delle relazioni funzionali tra i recettori posturali riconosciuti dalla posturologia classica, deve avvenire durante la funzione, altrimenti si perde la comprensione delle modalità di coinvolgimento delle strutture che organizzano la postura. Per "funzione" intendo la possibilità di osservare come varia un test clinico specifico (eseguito per un qualsiasi recettore posturale) durante la stimolazione correttiva di un altro recettore. Un'analisi così condotta consente di applicare poi un successivo procedimento correttivo senza essere invasivi ed aggressivi nei confronti della fisiologia del paziente, stimolando però una migliore qualità della vita. I sistemi neurologici che sottendono al controllo posturale, lavorano per compensare le perturbazioni ambientali che lo allontanano dalla verticale ottimale: le compensazioni avvengono variando i parametri funzionali a livello oculare, mandibolare, linguale, cervicale alta, colonna, bacino e piede, in maniera tale da ottenere una propria mediana risultante che sia il più vicino possibile ad una verticale ottimale economica, ergonomica e confortevole per il sistema. È facilmente comprensibile quindi che, le compensazioni che spostano i parametri spaziali della postura su valori positivi e negativi (rispetto ad un valore di riferimento) la cui sommatoria finale è zero, o molto vicino allo zero (che è il valore di riferimento delle pedane stabilometriche), non sarà possibile osservare variazioni statisticamente significative da prima e dopo una qualsiasi stimolazione applicata al sistema posturale. Questo dato è stato confermato anche da uno studio presentato al VII Cong. Naz. SISMES del 2015 dal titolo: "Ocular position and body balance variation: a pilot study" (Gollin M, PhD, Alessandria M, PhDc, Allois R, Rapaglià S, Scandone G), in cui la stimolazione oculare con lenti prismatiche non produceva alcun cambiamento stabilometrico e dalla mia tesi di Dottorato dal titolo: "Proprioceptive effects of mechanical stimulation on the plantar arch: modification of the functional relationships on the gait cycle and on the ocular horizontal heterophorias" in cui, anche la stimolazione meccanica del piede, non produceva alcuna variazione stabilometrica ma solo cambiamenti significativi nell'analisi del passo e nel comportamento delle forie oculari (quindi, durante una funzione).
Sulla base di questi concetti e sulla base delle informazioni che la neurologia ci fornisce sulle estese connessioni del Nervo Trigemino (il nervo i cui nuclei sono tra i più estesi di tutti i nuclei del Sistema Nervoso Centrale e che innerva denti, parte della lingua, sensibilità della faccia, muscoli della mandibola) con le informazioni provenienti dai principali muscoli del collo che controllano la posizione della testa (e dai muscoli della masticazione) e con molte delle strutture del cervello, risulta quantomeno curioso non farsi emergere almeno un ragionevole dubbio che il sistema occlusale non possa influire sulla postura.
A sostegno di queste ipotesi esistono invece gli studi che hanno segnalato una correlazione interessante tra bocca e postura (vedi sopra) e che concentrano le loro osservazioni proprio sull'interpretazione delle relazioni funzionali tra i recettori posturali e ci dicono, inequivocabilmente, che la bocca ed i suoi annessi influiscono su queste relazioni e quindi sulla postura.